Facebook e i social network possono prevenire le epidemie?
Le reti online aiutano a contenere le malattie infettive
Chi avrebbe mai pensato che il selfie dell'ultimo barbecue avrebbe aiutato a prevenire o arginare un'epidemia. Ma uno studio recente suggerisce che i dati sugli utenti della rete online, come Facebook, hanno il potenziale per arginare la diffusione delle malattie infettive. Le persone con molti contatti sociali nelle reti online hanno anche più contatto fisico con gli umani, quindi dovrebbero dare priorità alla vaccinazione.
Negli ultimi anni sono state sviluppate molte strategie per combattere le epidemie. I due metodi principali sono la sorveglianza e la vaccinazione. L'obiettivo della sorveglianza è prevedere un focolaio osservando una piccola sottopopolazione che comporta un aumento del rischio. Lo scopo della vaccinazione è minimizzare la suscettibilità di una popolazione. Le epidemie passate hanno già dimostrato che scuole, università o ospedali svolgono un ruolo significativo in importanti epidemie, poiché molte comunità possono scambiare virus e batteri. Lo studio, pubblicato sul Journal of the Royal Society Interface, esamina se le reti di comunicazione come Facebook sono in grado di fornire informazioni significative sulla struttura dei contatti tra individui.
I dati degli utenti nei social network come Facebook hanno il potenziale per identificare i gruppi ad alto rischio che hanno un maggiore potenziale di contagio durante le epidemie. (Immagine: Cybrain / fotolia.com)I dati di Facebook identificano i gruppi con un maggiore potenziale di contagio
Il primo studio di questo tipo si occupa del divario tra il mondo digitale e quello fisico al fine di sfruttare i dati nascosti in esso. A tal fine, sono state studiate le reti fisiche e digitali di 532 studenti universitari. In due anni sono stati raccolti e valutati i dati di amicizie di Facebook, attività di Facebook, feed, record di comunicazione e scansioni Bluetooth. In particolare, è stato studiato se una strategia di vaccinazione ottimale possa essere derivata dalle reti digitali. Questo precedentemente era possibile solo nell'ambiente fisico.
Risultati sorprendenti
La valutazione ha dimostrato che l'utilizzo di dati online da reti di comunicazione per identificare gruppi ad alto rischio può ridurre drasticamente la diffusione di malattie a corto raggio, anche se la copertura vaccinale è solo del 20% circa. I dati della comunicazione digitale dei tipi modellati nello studio consentono la diagnosi precoce e il contenimento di epidemie infettive in popolazioni densamente collegate, come scuole, università, luoghi di lavoro e quartieri, riferiscono i ricercatori. Gli scienziati suggeriscono una maggiore collaborazione tra gli operatori sanitari e gli operatori di reti sociali e le società di telecomunicazioni. (Fp)